Il mercato cinese "consumers" mostra numeri colossali, con un tasso di crescita estremamente interessante. Gli ultimi dati parlano di un incremento dei consumi del 17% (2007 su 2006), e non sembra mostrare alcun segno di cedimento a seguito della crisi finanziaria internazionale. Il contatto con questo mercato, tuttavia, non e' affatto facile, in particolare per le PMI italiane, sia per la vastita' del mercato stesso, che pone soglie di accesso molto impegnative, sia per la scarsissima conoscenza che in Italia si ha di questo mercato. Vi e' in Italia, la credenza che il mercato cinese sia riservato ai grandissimi brand del made in Italy, quindi formato da quel 10% di grandi ricchi cinesi che aspirano allo status symbol italiano. In effetti, il grande mercato emergente cinese del consumo si sta aggregando intorno a quel target di consumatori che ho definito "chyuppies" - chinese yuppies - formato prevalentemente da giovani sotto i 32 anni, con uno o due stipendi in famiglia intorno ai 1.000 € mensili, con forte propensione agli acquisti, fortemente attratti dallo stile italiano, e in generale occidentale. Una recente indagine pubblicata da Newsweek su 500 giovani cinesi appartenenti a questa fascia di consumatori, ha evidenziato come il 90% di queste persone pensi di spendere nel 2008 molto piu' di quanto abbia speso nel 2007, in considerazione di una aspettativa di incremento dei loro salari variabile da un + 10 ad un + 25% nei prossimi due anni. Quello che pero' appare ancora piu' rilevante, e' che i modelli di acquisto sono sempre meno condizionati dai mezzi tradizionali di persuasione o pubblicita', in particolare dalla televisione, e sempre piu' invece da Internet. Questo significa, per le imprese interessate a conquistare questi giovani cinesi, un ripensamento delle strategie di avvicinamento e di persuasione, e che i modelli utilizzati in altri mercati sono molto poco applicabili in Cina. Questo principio, del resto, sta diventando quasi una regola per il mercato cinese.
venerdì 27 giugno 2008
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