venerdì 27 giugno 2008

Acquisti in Cina: i costi nascosti della non qualita'

di Leonello Bosco
Ho sempre sostenuto che in Cina e' possibile produrre, far produrre o acquistare prodotti di qualita' analoga a quelli europei, e confermo questa mia convinzione.
Devo pero' anche ribadire che questo non e' scontato, e che questo risultato si ottiene attraverso un processo di rapporto con il Fornitore fatto di: fiducia, continuita' del rapporto, affidabilita' reciproca e soprattutto controllo.In effetti, basti solo citare il settore automobilistico, nel quale molte aziende europee (tra cui molte italiane) stanno fornendo i loro abituali clienti (grandi marche automobilistiche, soprattutto tedesche), esattamente come prima le fornivano dall'Italia. Non credo che qualcuno dubiti della qualita' dell'impianto di condizionamento della Golf, ma pochi forse sanno che l'impianto e' fatto completamente in Cina da un'azienda italiana.
In questo settore i casi di aziende italiane di successo sono molto numerosi, e varrebbe la pena di citarli uno per uno per riconoscerne il merito, ma ovviamente la riservatezza di queste informazioni impedisce di farlo.Questi importanti risultati non sono ovviamente frutto di improvvisazione, sono gli effetti di una pianificazione strategica, di un investimento in risorse umane adeguate, di un corretto approccio al mercato cinese, soprattutto nella costruzione della supply chain.A fronte di questa situazione di assoluto successo, esistono pero' innumerevoli casi di grave insuccesso, nei quali il costo della non-qualita' supera talvolta i benefici derivanti dall'acquisto in Cina.Citiamo alcuni casi di conoscenza diretta, senza ovviamente citarne i nomi.
Azienda italiana nel settore degli elettrodomestici. Acquista dalla Cina componenti in ghisa. Tasso di difettosita' circa 30%. Incapacita' a far migliorare la qualita', nessun tecnico sul campo, fornitore unico, nessun controllo di qualita' in loco.Azienda italiana nel settore della ferramenta: Acquisto di circa 40.000 E di minuteria metallica. Pagamento anticipato del 30%, resto con lettera di credito. Campioni approvati da tecnici italiani. Merce pervenuta totalmente diversa dal campione (spessori inferiori, finiture diverse, materiale scadente). Inoltre, rispetto al packing list mancava merce per crca 6.000 E. Il fornitore contesta la difettosita', l'Azienda probabilmente intentera' una causa contro il fornitore. Scarse possibilita' di successo, ed in ogni caso tempi molto lunghi. Il danno comunque e' fatto. La ragione e' nel fatto che il Cliente, probabilmente senza saperlo, ha acquistato da una trading cinese, che certamente si e' fatta fare i campioni da un fornitore, ha poi prodotto la merce da un diverso fornitore, che certamente gli ha proposto un prezzo inferiore. Le trading hanno una grande capacita' di camuffarsi da produttori, soprattutto nelle Fiere, e molte aziende sono convinte di acquistare dal produttore.
Azienda spagnola nel settore degli articoli promozionali. Anticipo di circa 16.000 E di borsette promozionali a fronte di un ordine di circa 40.000. Campioni consegnati e approvati. Rimanenza del pagamento alla consegna. Prodotto mai consegnato, fornitore irreperibile.Potremmo purtroppo continuare a lungo con molti casi di imprese italiane che improvvisano gli acquisti in Cina, subendo danni molto importanti non solo rispetto al valore dei beni, ma soprattutto in termini di immagine, di mancata consegna, talvolta di interruzione del ciclo produttivo in Italia.Eppure i rimedi esistono, ma sembrano molto difficili da spiegare alle imprese italiane.
La nostra organizzazione ha messo a punto un servizo di gestione degli acquisti che prevede:
1. Validazione dei fornitori, attraverso visite dirette in azienda, verifica degli impianti e delle condizioni di lavoro (abbiamo messo a punto anche un filtro "etico") e report all'azienda cliente
2. Controllo in fase di pre-produzione (per prodotti nuovi o OEM)
3. Controllo in fase di produzione
4. Controllo pre-carico. In questa fase l'Ingegnere delegato al controllo esegue verifiche a norma ISO, emettendo (o non emettendo) una certificazione di conformita', sulla base del quale autorizza o meno la spedizione della merce. In caso di incertezza il prodotto viene fotografato e inviato dal sito produttivo al cliente in tempo reale, in modo che il cliente stesso autorizzi o meno la spedizione.
In alcuni casi, la certificazione di conformita' viene inserita tra i documenti richiesti dalla Lettera di Credito, quindi diventa un documento essenziale per il fornitore, in quanto la Banca lo paghera' solo a fronte di tale documento.
Quindi il fornitore non ha alcun interesse, e non e' nella posizione, di fornire un prodotto non conforme.Questo servizio ovviamente ha un costo, seppur molto contenuto, e tale costo diventa un ostacolo a volte insuperabile per molte aziende, apparentemente disposte a subire il costo, incerto e spesso molto alto, della non-qualita', ma non a subire il costo - certo e rassicurante - del controllo di qualita'.
Spesso sono anche disposte a pagare, a posteriori, un costo molto piu' elevato, e spesso con scarsi risultati, per azioni legali o per il tentativo di ripagamento almeno parziale del danno subito da parte del fornitore. Impresa praticamente impossibile per le imprese straniere che non abbiano un appoggio sul campo, molto piu' facile per chi vive il mercato in Cina, direttamente o attraverso il supporto di strutture organizzate che possono avere un rapporto diretto, one-to-one, in cinese, con il fornitore.

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