giovedì 27 novembre 2008

Costi dei manager cinesi

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Riprendo un articolo pubblicato su China Business Success Stories (http://www.chinasuccessstories.com/2008/11/20/overseas-based-clients/) per evidenziare un fattore del costo del lavoro di cui vado parlando da tempo. Esiste in Cina una buona disponibilita' di personale tecnico di buon livello, incluse le figure fnanziarie, quindi i loro costi sono molto accessibili (il grafico indica la comparazione dei costi cinesi con quelli americani e inglesi), mentre e' molto piu' rarefatta la presenza di manager nel settore vendite e risorse umane, su cui le Universita' Cinesi hanno meno investito. In questi settori, il costo dei manager e' sostanzialmente parificabile a quello dei Paesi occidentali.

lunedì 17 novembre 2008

I numeri dell'ONU sullo sviluppo sociale Cinese

di Leonello Bosco

Chi leggera' il mio libro Affari Cinesi trovera' un'affermazione fatta da un Professore Universitario di Shenzen. Rispondendo ad una mia domanda sullo sviluppo dei diritti umani in Cina, il Professore mi rispose:
"In 30 anni abbiamo tirato fuori dalla poverta' 300 milioni di persone. Questo e' il primo dei diritti umani"
Ora il rapporto annuale dell'UNDP (Agenzia ONU per lo sviluppo) fornisce alcuni numeri illuminanti sullo sviluppo sociale cinese che sintetizzo (un abstract del rapporto e' scaricabile al sito http://www.undp.org.cn/downloads/nhdr2008/Abstract_NHDR2008_en.pdf)

1. L'indice HDI (indice di sviluppo umano) della Cina e' costantemente cresciuto negli ultimi 30 anni, passando da un valore 0,559 nel 1980 a 0,781 nel 2006.

2. L'indice di poverta' nelle zone agricole e' passato dal 30,7 nel 1978 all'1,6 nel 2007.

3. L'indice di aspettativa di vita ha raggiunto il valore 0,792, superiore non solo al valore medio dei Paesi in via di sviluppo (0,685), ma anche al valore mondiale medio (0,781)

4. L'indice di alfabetizzazione degli adulti ha toccato la punta dell' 88,96%, superiore alla media dei PVS (77%) e alla media mondiale (78%)

Il rapporto mette naturalmente in evidenza molti fattori di arretratezza del sistema sociale cinese, fornendo pero' anche una panormica dei progetti e degli interventi pubblici a sostegno di questi fattori. Consiglio vivamente la lettura di questo rapporto. Puo' aiutare ad evitare molte gaffes e imprecisioni ai paladini nostrani dei diritti civili dei Cinesi, la cui lettura dei fenomeni sociali del Paese e' frammentaria, superficiale e occasionale, oltre che, lo ammetto, resa difficile dalla macrodimensione del fenomeno Cina.
Concordo con il Professore di Shenzhen. Uscire dalla poverta' e' il primo dei diritti umani.

sabato 8 novembre 2008

Efficacia delle leve di marketing in Cina

Leonello Bosco



Come in tutti i mercati ad economia emergente, l'efficacia delle leve di marketing sui consumi e' molto forte in Cina. Le ragioni sono riconducibili ad una ancora relativa "pressione" del marketing sui consmatori, quindi ad una minore assefazione degli stessi ai messaggi commerciali e promozionali.
La "pressione dal basso", quindi il desiderio di consumo e' molto elevato, e questo apre spazi importanti all'advertisement e al marketing.
Nei paesi ad economia avanzata la soglia di visibilita' di brand e prodotti si innalza continuamente, richiedendo sempre maggiori sforzi, maggiori investimenti, individuazione di tecniche persuasive sempre piu' sofisticate.
Nei mercati emergenti come la Cina, i messaggi possono essere piu' diretti, le leve di marketing hanno una efficacia maggiore, i messaggi sono piu' semplici ed immediati.
La Cina si sta molto velocemente adeguando alle soglie di visibilita' occidentali in quanto a penetrazione dei messaggi commerciali, ma ancora esiste uno spazio importante nel quale moltissimi prodotti del made in Italy possono inserirsi.
La scarsa conoscenza delle tecniche di marketing da parte di molte delle imprese italiane impegnate in prodotti "di nicchia", la difficolta' di programmarsi a medio termine, e una scarsa propensione all'investimento, riducono di molto questo spazio.
Ancora, molte idee sul marketing sono confuse, spesso appiattite sui concetti della promozione e della semplice pubblicita'.
I grandi marchi italiani conoscono naturalmente molto bene la lezione, ma questo e' noto, e i loro spazi sono gia' molto ben presidiati con un marketing raffinato, incisivo e molto, molto profittevole.
Dove il Sistema Italia e' del tutto inadeguato e incapace di conquistari gli spazi che merita sono le importanti nicchie della qualita': in primis la ristorazione, gia' abbastanza diffusa ma di livello appena accettabile. La qualita' del cibo in genere rispecchia i valori della tradizione italiana, ma in quanto a approccio di marketing, a stile ed immagine dei ristoratori, non ci siamo proprio. Nella ristorazione italiana in Cina si sta creando l'immagine di "mandolino e lustrini", con immagine dei locali patinata e di atmosfera, quasi un po' stucchevole, dietro alla quale lavora, con ottime eccezioni, uno staff piu' adatto alla trattoria fuori porta che al ristorante del centro, che scambia l'atmosfera familiare con la licenza di trasandatezza.
Molti altri settori hanno spazi di grande sviluppo in Cina, Il mobile, i vini, gli oli, ed in genere tutto il settore food di qualita'. Ma senza marketing non ci si muove.
La richiesta che piu' spesso ci sentiamo rivolgere da queste aziende e' quella di "trovare un distributore". Punto. Nessun investimento, nessuna ricerca di mercato, zero conoscenza del mercato cinese.
Il risultato, come tutti possono vedere frequentando i supermercati cinesi, e' una presenza casuale dei marchi, a macchia di leopardo, dovuta piu' a un colpo di fortuna che ad una politica commerciale.
Purtroppo, come in tutti i Paesi emergenti, il primo che arriva, in qualsiasi modo, sul mercato con un prodotto nuovo, riesce a far identificare il suo prodotto come "lo standard" di prodotto. Cosi' se il primo a portare il Prosecco porta un vino scadente, "quello" sara' lo standard di prodotto per i consumatori. E cosi' per olio, pasta, ecc.,
E' assolutamente necessario ritornare ai fondamentali del marketing: Prodotto, Prezzo, Posizionamento, Promozione. E aggiungere quella vera atmosfera italiana fatta di gusto, stile, piacere, bellezza, estetica.

venerdì 7 novembre 2008

Cina decisiva contro la depressione internazionale

di Leonello Bosco



Traduco e sintetizzo e commento un interessante articolo di Craig Russell, Chief Market Strategist, Saxo Bank Group. L'articolo integrale in inglese e' scaricabile su http://www.chinasuccessstories.com/2008/11/06/most-concerted-global-effort/



La crisi finanziaria internazionale sta ponedo il mondo di fronte all'ipotesi non solo della recessione (ormai certa), ma al pericolo di una depressione mondiale. Il parere di Craig Russe e' che la Cina sara' decisiva per contrastare questapossibilita', e porta a sostegno di questa tesi una serie di elementi che riportiamo:


  • Secondo la BancaMondiale e l'IMF, la Cina e' la terza economia mondiale, con PIL stimato tra i 6,9 e 7,05 trilioni di USD.

  • I consumi cinesi rappresentano circa il 42% del PIL. Comparato con i mercati americano e indiano, i cui consumi incidono per il 70% del PIL, i consumi cinesi hanno ancora una grande possibilita' di crescita

  • Il PIL procapite si assesta tra i 5.200 e i 5.400 USD (calcolato sulla base del potere di acquisto (Fonte: Banca Mondiale e IMF)

  • Il terzo trimestre ha registrato un'uscita di capitali verso il Paese pari a 1,5 miliardi di USD, contro un ingresso di 170 miliardi di USD nella prima meta' del 2008.

  • La tesoreria cinese e' stimata in 2 trilioni di USD, il 20% della spesa totale del Paese proviene da fonti governative

La recessione e la caduta dei consumi nei mercati occidentali e' gia' nettamente avviata. Il PIL americano nel terzo trimestre e' caduto dello 0,3%, indice di chiara recessione. Al contrario, i consumi cinesi nel 2007 sono aumentat del 17%.

Anche l'economia cinese sta comunque risentendo della crisi. La stima per la crescita del PIL nel 2008 e' scesa al 9% , ma si tratta di una leggera moderazione della crescita, e non certo di una recession. Del resto, l'obiettivo della Bank of China era quello di mantenere la crescita intorno al 9% per raffrddare l'inflazione ed evitare pericolosi surriscaldamenti.

In sintesi la crescita dei consumi cinesi continuera' a crescere intorno al 15% su 2007, il che equivale a 300 / 400 miliardi di USD. In questo modo, il consumo cinese equivarra' allo 0,6 / 0.9% del PIL mondiale, che si attesa intorno ai 50 trilioni di USD.

Questi numeri saranno quelli che preserveranno l'economia mondiale, permettendole di non entrare nel ciclo della depressione.